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Il Veronese

Paolo Caliari, detto il Veronese, nacque a Verona nel 1528. La città al tempo ha una posizione geografica che gli assegna il ruolo di tramite tra il veneto e la lombardia, ricca di stimoli per la formazione del pittore che avviene alla bottega di Antonio Badile nella quale si formano altri importanti decoratori rinascimentali come Giambattista Zelotti. A tutto questo si aggiunge l'arrivo a Venezia di importanti artisti e intellettuali tosco-romani, come Giorgio Vasari, proponendo un confronto con la maniera di dipingere tipicamente veneziana, nella quale si predilige l'uso del colore, e la dottrina manieristica di predilezione per il disegno tosco-romana.
Tutto questo si riflette gia nelle prime opere del Veronese come la Pala Bevilacqua-Lazise che si trova al museo di Castelvecchio a Verona risalente al 1548; questo dipinto ha una struttura compositiva piuttosto semplice, con figure distribuite in modo regolare nello spazio.
Dama veneziana con governanteLa sua fama comincia con la decorazione per alcune ville in cui rappresenta finte architetture, finti stucchi, figure mitologiche, il tutto rappresentato con virtuosi scorci prospettici, esempio sono Villa Soranza a Treville, oggi distrutta.
Nel 1553 riceve l'incarico insieme allo Zelotti di dipingere tele a soggetto allegorico per le tre sale di Palazzo ducale a Venezia. Nel pannello rappresentante Giunone versa i suoi doni su Venezia che si trova nella sala del consiglio dei dieci rappresenta i personaggi in pose contorte con un cromatismo chiaro e luminoso.
A partire dal 1555 si stabilisce a Venezia dove per la chiesa di San Sebastiano esegue numerose opere, tra le quali le tre tele che ornano il soffitto rappresentati le Storie di Ester. Immediatamente dopo Veronese viene chiamato per decorare il soffitto della Libreria Marciana per la quale l'artista esegue tre tondi con le allegorie dell'Aritmetica, della Musica e dell'Onore.
Verso il 1560 lavora per numerose famiglie patrizie che gli commissionano affreschi, ritratti e in generale dipinti destinati alla devozione privata o alle chiese, scegliendo però temi religiosi o profani che gli consentono di eseguire scene molto affollate come la Cena a casa di Simone o la Cena a casa di Emmaus.
Gli viene commissionata da Marcantonio e Daniele Barbaro la decorazione della nuova villa che sifecero costruire su progetto del Palladio a Maser. Veronese idea una decorazione che finge spazi architettonici che dilatano lo spazio, calibrato e molto luminoso.
Dipinge in seguito, per il refettorio di San Giorgio Maggiore, la grande tela rappresentante le Nozze di Cana, oggi al Louvre. Il dipinto comprende numerosissimi personaggi tra i quali i ritratti di personaggi del suo tempo.
Oltre a queste grandi tele, dipinge anche quadri a soggetto più intimista e con atmosfere mistiche , per esempio il Sogno di Sant'Elena della National Gallery di Londra, oppure l'Adorazione dei Magi per la chiesa di Santa Corona a Vicenza.
Nel 1547 Veronese viene chiamato a dipingere un grande quadro rappresentante l'Ultima cena per il refettorio dei domenicani di San Zanipolo. Il risultato è un dipinto altamente spettacolare: in un'architettura composta da tre grandi arcate inserisce numerosissimi personaggi. Il dipinto però fu giudicato sconveniente dal tribunale dell'inquisizione perchè si riteneva che la presenza di molte figure potesse sminuire il significato mistico dell'episodio sacro. La disputa si concluse con Cena acasa di Levil'obbigo da parte del pittore di cambiare il titolo all'opera che diventa così Cena a casa di Levi.
Negli anni a venire numerosi sono i dipinti che procurano grosso successo al Veronese: Il Martirio di Santa Giustina nella chiesa della Santa a Padova, lo Sposalizio mistico di Santa Caterina. Viene chiamato, inoltre, per la decorazione del soffitto della sala del Collegio in Palazzo Ducale con scene aventi per soggetto Venezia accoglie la Giustizia e la Pace.
Nel 1580 Veronese si concentra su tele di piccole dimensioni come Marte e Venere incatenati da Amore e Venere e Adone dormiente.
Le sue ultime opere sono caratterizzate da una maggiore intensità e una un colorismo più velato rispetto ai dipinti precedenti; sono da esempio la Predica di Sant'Antonio ai pesci, oggi alla Galleria Borghese di Roma, e il Cristo nell'orto sorretto da un angelo di Brera.
Riceve poi un'importante commissione per una serie di dipinti per la chiesa di San Niccolò dei Frari a Venezia poi distribuiti in vaire sedi dopo la distruzione dell'edificio.
Tra le ultime opere abbiamo il grande ovale con Il Trionfo di Venezia nella sala del Maggior consiglio in Palazzo Ducale, il Cristo morto di San Piertoburgo e il Miracolo di San Pantaleone nella chiesa di San Pantaleone a Venezia.
Veronese morì all'età di sessant'anni il 9 aprile del 1588.

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